Vieni Gesù e dimora nel mio cuore – Mt 11, 2-11 – III domenica di Avvento anno A

Mt 11, 2-11 – La figura di Giovanni Battista

Mt 11, 2-11 -Che cosa chiede Giovanni Battista a coloro che si preparano ad incontrare Dio che viene – 16 dicembre 2013

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 dicembre 1980

Il cristiano è il messaggero di Dio

che prepara la via al Signore

(Mt 11, 2-11)

 

Il cristiano è il messaggero di Dio

Stiamo vivendo il periodo dell’Avvento, della preparazione alla venuta di Gesù. Dopo Natale mediteremo tutti gli avvenimenti della nascita di Gesù. Mi fermo su un aspetto che ciascuno di noi deve vivere in preparazione al Natale: quello di preparare la via del Signore.

          Chi è Giovanni, dice Gesù, un profeta? Sì, più che un profeta. “Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te” (Mt 11, 10).

Viene Natale, quale deve essere l’atteggiamento dei cristiani davanti alla venuta di Gesù? Lo stesso atteggiamento di Giovanni Battista: colui che annunzia, prima che avvenga, il fatto che deve avvenire: che Gesù viene, che Gesù nasce nella storia degli uomini, che Gesù deve nascere nella tua anima.

Questo annunzio lo dobbiamo dare noi: ognuno di noi deve essere un Giovanni Battista, un messaggero, cioè un uomo mandato da Dio per annunziare questo fatto agli uomini di oggi.

Voi dite: Quando Dio mi ha mandato ad annunziare? Nel giorno del Battesimo, quando, per mezzo del sacerdote, ti ha toccato l’orecchio e ha detto: Apriti ad ascoltare quello che Dio ti dirà. Ma non basta ascoltare per conoscere il messaggio di Dio; per questo il sacerdote ti ha toccato la bocca e ha detto: Apriti a trasmettere agli altri ciò che hai ascoltato da Dio.

 

Il cristiano deve annunciare che Gesù viene

Il messaggero è colui che va da Dio e gli dice: Signore, che cosa vuoi che io annunci ai miei fratelli?

Il Signore glielo dice attraverso la S. Scrittura. Oggi ci dice: Io voglio che tu vada dai tuoi fratelli e dica: viene Natale, Gesù nasce nel cuore degli uomini in grazia. Se non sei in grazia confessati! A san Francesco di Paola ci sono quattro sacerdoti disoccupati, che aspettano per amministrare la grazia di Dio e ricevere i doni di Dio; perché noi più esercitiamo il nostro sacerdozio più ci riempiamo di Dio.

Voi credete che quando esercitiamo il ministero sacerdotale ci sfianchiamo soltanto? No, per carità! Ci riempiamo di Dio! Più confessiamo più meriti abbiamo, più ci riempiamo di Dio! Più battezziamo più ci riempiamo di Dio! Più unzione degli infermi amministriamo più ci riempiamo di Dio! Questo dovete dire, perché qualcuno dice: poveretti sono affaticati, non ce la fanno, sono stanchi, lasciamoli in pace. No! Ci proibite di riempirci di Dio.

Il messaggio che dovete trasmettere è questo: Se Gesù non nasce nel tuo cuore non fai Natale. Se nel tuo cuore c’è la grazia di Dio, Gesù nasce e cresce fino alla pienezza, diceva san Paolo! Se nella tua anima questa grazia non c’è, Gesù non nasce; per te Natale non c’è.

Dovete trasmettere il messaggio di Dio, perché dovete preparare il terreno a questo Gesù che viene.

Dio ha voluto aver bisogno degli uomini

Voi dite: Se Dio è onnipotente, non può fare tutto lui? No, ha bisogno di te.

Dio può fare tutto ciò che vuole, ha la possibilità di fare ogni cosa, il possibile e l’impossibile, può arrivare lui personalmente al cuore di ogni uomo e dirgli quello che vuole, però nell’ordine delle cose, stabilito da lui quando siamo stati battezzati, ci ha detto: voglio che tu vada avanti a me per preparare la mia strada. Ascolta ciò che ti dico e trasmettilo a coloro che non mi hanno ascoltato. Tu hai la gioia, la fortuna, la grazia di ascoltarmi ogni giorno, ogni settimana, ebbene va’ da coloro che non mi hanno ascoltato mai e va’ a dire quello che io voglio da loro.

Ecco quello che dovete fare: preparare la via del Signore, fare in modo che il Natale non sia soltanto una festa di dolci e di spumante o di molte pietanze, di passeggiate e di molto riposo, ma che il Natale sia la festa della salvezza delle anime.

Se al vostro fianco c’è un marito che non si confessa, che non fa la comunione, non fa il Natale, e glielo dovete dire nel nome di Dio.

Se al vostro fianco c’è una moglie che non si confessa e non fa la comunione, non fa Natale, e glielo dovete dire nel nome del Signore.

Così pure, se a tavola, a Natale, attorno a voi ci sono dei figli che non si sono confessati e non hanno fatto la comunione, non hanno dato a Dio la possibilità di nascere nel loro cuore, ditegli: Figli miei, prima di incominciare a mangiare facciamo i conti. È Natale, sei andato a Messa? Ti sei confessato? Hai fatto la comunione? Se non hai fatto questo non hai fatto Natale.

E poiché queste parole non le dobbiamo dire il 25 dicembre, è meglio che le diciamo adesso, in modo che la grazia di Dio può lavorare questi vostri amici, questi vostri parenti in questi giorni. Tramite la vostra voce, la vostra bocca, Dio può entrare in quelle anime dove forse non sarebbe mai entrato, perché se voi parlate Dio parla, se voi tacete Dio tace; se voi parlate Dio converte, se voi non parlate Dio non converte.

CONCLUSIONE

Quando penso a questo dico: quanto è grande la mia dignità di profeta, di annunciatore, di sacerdote, di cristiano! Quanto è grande! Dio lega alla mia voce la salvezza eterna di un mio fratello.

Avete fatto a gara per salvare nel corpo o per lenire le sofferenze del corpo di tanti nostri fratelli colpiti dal terremoto. Lo stesso entusiasmo deve prendere il vostro cuore per salvare le anime.

Dobbiamo fare qualsiasi sacrificio, non importa se ci umilieranno, non importa se si metteranno a ridere, non importa se ci diranno una parolaccia; ma parlate, parlate, perché se parlerete nel nome di Dio, Dio sarà sempre con voi.