Pregare per essere fedeli – Lc 21, 36

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti, O.M.

Paterno, 26.08.1993

 

FEDELTA’ AL CRISTO, SEMPRE

(Lc 21, 36)

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Le parole della S. Scrittura del Vangelo di oggi sono queste: “Vegliate e pregate in ogni momento” (Lc 21, 36).

Vi consegno queste parole nel nome di Gesù.

Se volete essere fedeli al Cristo dovete vegliare, pregare in ogni momento e riparare.

  1. Vegliare

 Occorre vegliare lungo la strada della santità. La santità è un cammino, una strada da percorrere, lungo la quale bisogna stare con gli occhi aperti, perché si possono incontrare dei nemici, che ostacolano il nostro cammino, come si potrebbero trovare dei pericoli. È necessario perciò essere vigilanti, camminare con gli occhi aperti per guardare in faccia la realtà.

Dice la S. Scrittura: “Chi crede di stare in piedi guardi di non cadere” (1 Cor 10, 12).

Chi vuole vincere il nemico, deve stare attento a non essere da lui sorpreso.

Il tema della vigilanza è un tema ricorrente nella predicazione di Gesù, perché alla vigilanza è legata la perseveranza. Quando meno ve lo aspettate, vi potete incontrare col vostro Dio. Chi è vigilante si troverà sempre, in qualsiasi momento, pronto ad incontrarsi col suo Dio.

Quando Gesù ha parlato delle dieci vergini non ha fatto nessuna distinzione sulla verginità, ma sulla vigilanza, infatti tutte e dieci erano vergini. Se il Signore avesse tenuto conto dello stato di verginità, tutte e dieci sarebbero entrate in paradiso, invece il Signore ha tenuto conto della vigilanza.

Il primo pensiero che vi consegno è questo: Camminate lungo la strada della santità, e camminate con gli occhi aperti per non cadere in nessun tranello preparato dal demonio, per non cadere in nessuna tentazione e per non essere vinti da nessun nemico né interno, né esterno.

  1. Pregare

Occorre pregare in ogni momento. Chi vuole essere fedele al Cristo deve pregare.

La preghiera continua, non quella momentanea, è necessaria per essere fedeli.

Chi prega pone un solido fondamento alla propria santità.

La santità è anche un cammino che si fa pregando, perché la preghiera è un mezzo potentissimo per camminare lungo il corso della nostra vita e per camminare nella santità.

Beati coloro che saranno colti nell’ultimo momento della loro vita pregando, o se volete, con la corona del rosario in mano!

Pregando continuamente, il cammino della santità sarà facile, e avremo la possibilità, alla fine della vita, di ricevere la corona della gloria.

Dice san Francesco: “Solo ai perseveranti sarà data la corona”.

La vigilanza e la preghiera sono i due mezzi che oggi il Signore mette nelle nostre mani, non per incominciare il cammino, ma per continuarlo.

San Francesco vi vuole sante, senza mezzi termini! Per diventare sante ci vuole un impegno grandissimo. Gesù dice: “Il regno dei cieli soffre violenza, e i violenti se ne impadroniscono”         (Mt 11, 12).

Bisogna volere la santità, fortemente volerla e fortissimamente volerla, senza scoraggiarsi mai, senza temere mai, perché con noi c’è sempre la grazia di Dio che impetriamo per mezzo della preghiera.

Mai deve cessare la preghiera, perché cessando la preghiera cesserebbe l’aiuto di Dio. Continuando a pregare, continua l’aiuto di Dio.

Ora ci troviamo in un luogo santo, il santuario di Paterno. Arrivando sulla piazzetta, se avessimo incontrato san Francesco, ci avrebbe detto: Toglietevi le scarpe, perché il suolo che state calpestando è sacro, è santo!

Qui ogni pietra di questo luogo ci parla della sua santità, della sua preghiera. Ogni metro quadrato di questo suolo ci parla della sua presenza orante. I luoghi frequentati da san Francesco sono stati tre: la grotta, l’oratorio e questa chiesa, che è stata costruita da lui.

È qui che san Francesco pregava dinanzi a Gesù Sacramentato; in questa chiesa stava in ginocchio, quando vennero i soldati da Napoli per arrestarlo, ma non lo trovarono perché Dio lo aveva reso invisibile. A Paterno c’è il refettorio dove san Francesco rifocillò miracolosamente il drappello di soldati, costituito da una ventina o trentina di persone.

In questo luogo ci sono tutti gli strumenti per mezzo dei quali san Francesco ha operato infiniti miracoli.

A Paterno san Francesco ha risuscitato i morti con la preghiera, ha fatto penitenza per ottenere la liberazione della sua patria dall’invasione dei Maomettani, ha pregato per la santificazione della Chiesa, ha riparato i peccati dell’umanità.

conclusione

Vi ho consegnato i mezzi con i quali potete essere sempre fedeli: la vigilanza, la preghiera.

Camminate con la lampada sempre accesa, come le vergini sagge, e con l’olio sempre presente, e così, alla fine della vostra vita, il vostro Dio vi dirà: Vieni, servo fedele, vieni a possedere quel regno che io ti ho preparato fin dall’eternità!