Grazie,Signore…- Sap 6, 1-11 – Lc 17, 11-19

Lc 17, 11-19 – “Il Cristo vuole essere ringraziato”

Lc 17, 11-19 – Gesù attende il ringraziamento

Lc 17, 11-19 – Il Cristo quando benefica, vuole essere ringraziato

 

L’AUTORITà VIENE DA DIO

 “Ascoltate, o re, e cercate di comprendere… La vostra sovranità proviene dal Signore” (Sap 6, 1-3).

 

  1. L’autorità è al servizio di Dio

Il pensiero di Dio, preso dal libro della Sapienza, è questo: Ascoltatemi bene, dice Dio, voi che avete l’autorità. Non pensate al Presidente del Consiglio, né ai Ministri, né al Sindaco, pensate a voi, perché anche voi a casa vostra avete autorità. Chi è padre, chi è professore, professoressa ha autorità. Dio dice a me, che ho l’autorità come Parroco e come Superiore, e a voi come padri, professori, dirigenti, questa autorità che tu hai te l’ho data io, altrimenti non avresti nessuna autorità. Ricordatelo sempre, è importantissimo.

La cosa più storta che possa esserci è che un padre di famiglia, una mamma di famiglia dicano al figlio: qua comando io e tu non conti niente. Per carità! Qua comanda Dio, tu sei una mazza di scopa, anche se sei mamma e papà, perché l’autorità te l’ha data Dio.

Vi dico questo perché spesso i vostri figli, e miei cari alunni del catechismo, mi dicono: non sono venuto a Messa perché papà mi ha detto: Tu a Messa non ci devi andare! Oppure: La mamma non mi ha svegliato perché ha detto: tu ti devi riposare la domenica. Mi ha portato a Martina e mi ha detto: oggi è domenica, non si va a messa.

         Sai chi sei tu? Sei una mazza di scopa, non hai l’autorità assoluta, hai l’autorità che ti ha dato Dio. A casa tua devi servire Dio, come io qui debbo servire Dio e non fare di testa mia. Io sono servitore di Dio nei vostri riguardi, voi siete servitori di Dio nei riguardi dei figli.

Io non voglio che ti sposi con questo! Io non voglio che ti fai suora! Io non voglio che tu diventi sacerdote! Io non voglio! Smettetela con tutte queste pretese, dovete seguire Dio! La vostra autorità viene da Dio e voi siete servitori di Dio.

 

  1. Dio vi chiederà conto di ogni azione fatta nei riguardi dei sudditi

Di ogni parola che dite e di ogni pensiero che fate Dio vi chiederà conto, mi chiederà conto.

 

Dio dice: “Si compie un giudizio severo contro coloro che stanno in alto” (Sap 6, 5).

Non sono parole che ho detto io! Io ho tremato quando ho meditato questa pagina, perché queste parole sono anche per me. Saremo esaminati con rigore! Queste parole sono per ciascuno di voi e per me per primo, perché ognuno di noi tiene autorità su qualcuno o a casa o sul lavoro, ma in qualche parte tiene autorità. Saremo esaminati con rigore.

         In modo particolare a coloro che credono di essere Padri Eterni sopra la terra, Dio dice: “Il Signore non si ritira davanti a nessuno” (Sap 6, 7). Non ha paura di nessuno! Non ha soggezione della grandezza di nessuno, perché Lui è più grande di tutti. Farà un’indagine rigorosa! Giudicherà con rigore: non passerà neanche una virgola, neanche un centesimo dinanzi a Lui. Non ha paura di nessuno, né dei Ministri, né del Presidente della Repubblica, di nessuno, neanche del Papa!

Qualche volta scusatemi il paragone, quando sento qualche mamma o qualche padre di famiglia che dice certe espressioni ai figli, a me danno l’impressione che lo stesso Signore e padrone di tutte le cose, si tolga il cappello dinanzi a loro e stia come un poverello con il cappello in mano e dica: Comandi! Comandi! Posso andare a destra? Posso andare a sinistra?

State attenti! Questa parola di Dio è una pagina che mi ha fatto tremare. Mettiamoci al posto nostro, perché di ogni azione, personale e sociale, di ogni parola e di ogni pensiero renderemo stretto conto.

         CONCLUSIONE

Siamo servitori di Dio presso i nostri fratelli. Non c’è altro atteggiamento da avere: servitori di Dio.

Dio al di sopra di tutti, Dio sempre in tutti, Dio sempre nelle nostre azioni, nei nostri pensieri, nelle nostre parole.

Ricordatevi che Dio è Padre, ma ricordatevi pure che Dio è giudice. Non dimenticate che sia Padre, perché lo dobbiamo amare; ma non dimenticate che sia giudice, perché lo dobbiamo temere.