Grazie, Signore, per aver riempito la mia bocca della tua Parola – Rm 15, 14-21

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Col battesimo

ho ricevuto l’ufficio di predicare il Vangelo

(Rm 15, 14-21)

Evangelizzare con rispetto – Una (P)parola condivisa

 

    1. Col battesimo siamo diventati ministri di Dio

 Le parole che mi hanno colpito nella meditazione della lettera di S. Paolo apostolo ai Romani sono queste: “Da parte di Dio mi è stato concessa la grazia di essere ministro di Gesù Cristo, esercitando l’ufficio sacro di predicare il Vangelo di Dio” (Rm 15, 16). Sono le parole che io oggi consegno a voi.

Ognuno di noi ha avuto questa grazia nel Santo Battesimo. Quando siamo stati battezzati siamo diventati un altro Cristo, e perché fosse visibile ciò che siamo diventati col battesimo, cioè ministri di Gesù Cristo, apostoli di Gesù Cristo, predicatori del Vangelo di Cristo, annunciatori, banditori, messaggeri il sacerdoti ci ha toccato l’orecchio e ha detto: “Apriti ad ascoltare la Parola di Dio”, poi ci ha toccato la bocca e ha detto: “Apriti ad annunziare il Vangelo di Dio”. Da quel momento noi siamo diventati servi, ministri di Gesù.

  1. Dio ci invia ai fratelli

Dio ha bisogno di noi, perché l’uomo sarà salvato da Dio per mezzo dell’uomo. Dio arriva all’uomo per mezzo dell’uomo, per questo ha bisogno dell’uomo che vada ad annunziare, che vada a portare il suo pensiero a tutti gli uomini.

Se il mio fratello saprà che deve pregare per i suoi nemici, ci sarà la probabilità, non dico la certezza, che perdonerà i nemici, ma se non ascolterà mai questo messaggio di Gesù, questo messaggio del Vangelo, non perdonerà mai e non pregherà mai.

Dio voleva salvare il mondo. Aveva stabilito di mandare sulla terra il suo Figlio Unigenito. Aveva stabilito che la donna era Maria, ma la Vergine doveva servire Dio e accettare liberamente l’invito di Dio e il piano di Dio. Dinanzi alla libertà degli uomini Dio alza le mani, Dio l’Onnipotente diventa impotente. Chiede, supplica, domanda, ma mai ordina, perché l’uomo deve meritare, e per meritare o demeritare deve essere libero. Dio aveva bisogno di Maria Santissima, perché il suo Figlio Unigenito si incarnasse, ma se Maria avesse detto no, il Figlio di Dio non si sarebbe fatto uomo nel suo seno. Capite questa grande verità! Se io questa sera non predicassi, voi non ascoltereste il messaggio di Gesù, e Gesù non direbbe a voi quello che sta dicendo tramite la mia bocca. Questo è il mio servizio. Io ho avuto una grazia; una grande grazia mi è stata concessa da Dio, la grazia di essere ministro di Gesù. Ma non crediate che queste parole si applichino soltanto a me, si applicano a me a anche a voi. A voi in forza del santo battesimo, a me in forza del ministero sacerdotale, però tutti siamo ministri di Cristo, tutti siamo amministratori di Cristo. Se lo serviremo, i nostri fratelli saranno serviti; se non lo serviremo, i nostri fratelli non saranno serviti.

  1. L’uomo può ritardare il piano di Dio

 Perché questo Gesù, che è venuto duemila anni fa, ha fatto passare duemila anni e ancora il mondo non lo ha salvato? La colpa è sua o è nostra? È nostra. Tu che a casa tua non annunzi il messaggio del Vangelo, tu tradisci il Vangelo, tradisci Gesù, ritardi il piano di salvezza di Dio e lo rimandi di altri cento anni, di altri mille anni. Sei tu responsabile, non Dio, perché Dio ti ha creato, ti ha dato il battesimo, ti ha inviato, ti ha detto: Va’ e annunzia; sei tu che non ti muovi, sei tu che non vuoi fare il servitore, sei tu che non vuoi servire Gesù nei fratelli. Se tu a mezzogiorno prima di mangiare non dici il Padre Nostro, non preghi, sei tu che ritardi in tua moglie, in tuo marito, nei tuoi figli il piano di Dio. Non è Dio che non ti ha detto: Prega continuamente, senza interruzione!, sei tu che non lo fai. Ecco il grande mistero della grandezza dell’uomo.

Quel Dio che ha creato te senza permesso, oggi non ti salverà senza chiederti il permesso. La salvezza avviene per parte di Dio, ma avviene sempre col permesso dell’uomo.

 Questa è la grazia che Dio mi ha fatto, dice S. Paolo, essere il servitore di Cristo, esercitando l’ufficio sacro dell’annuncio del Vangelo di Dio.

L’annuncio del Vangelo di Dio è un ufficio, è una professione. Qualcuno di voi è operaio, un altro è avvocato, è dottore, è mamma, è padre, ognuno esercita un ufficio. Puoi tu non essere mamma? Puoi tu non essere padre? Puoi tu non fare l’avvocato, il maestro? Tradiresti la tua missione se non compissi l’ufficio che ti è stato dato. Come cristiano ti è stato dato l’ufficio di annunziare il Vangelo di Dio, perché attraverso questo annuncio tu salverai le
anime. Ecco perché devi esercitarlo. A che vale avere la laurea di professore, avere il diploma di maestro, avere la laurea di avvocato, di dottore se non eserciti la professione? A che vale avere l’ufficio di annunziare il Vangelo di Dio e non lo leggi, non lo impari e non lo annunci? Sei un traditore, sei un fallito. E di questi falliti ne è pieno il mondo.

 

         Conclusione

Tu ogni giorno leggi una pagina del Vangelo? Se lo devi annunziare, lo conosci? Lo hai meditato? Hai capito il pensiero di Dio? Questa è la ragione perché ogni mattina, dopo aver recitato le preghiere, la prima cosa che faccio è mettermi dinanzi al Vangelo. Mi metto dinanzi alla S. Scrittura, perché non potrò mai annunziare la Parola di Dio se non la leggo, se non la studio, se non la medito, se non prego. Ognuno dà ciò che ha. Se hai, darai, ma se non hai, non darai.

Il tuo secchio è pieno di acqua o è vuoto? Se è vuoto potrai mai dissetare tuo fratello che ha sete? No; ma se è pieno di acqua potrai dissetarlo.

Guardalo questo tuo secchio. È pieno della Parla di Dio? Conosci la Parola di Dio? Se ce l’hai, se la tua anima è piena, darai questo messaggio, salverai te e tuo fratello; ma se non ce l’hai datti da fare a riempire il tuo recipiente di acqua, a riempire la tua anima di Dio e della parola di Dio, altrimenti sarai un fallito.

 

Dalle Norme di Spiritualità Minima: Apostolato