Commemorazione Il nostro Dio Salva – Gb 19,1.23-27a – Rm 5, 5-11 –

Gb  19, 1.23-27- Commemorazione dei fedeli defunti

da un ritiro tenuto ai catechisti

Grottaglie 2.11.1986

la salvezza è frutto dell’azione di Dio

e della collaborazione dell’uomo

(Rm 5, 5-11)

I.   la salvezza è frutto dell’azione di Dio

 

Noi siamo pellegrini in cammino verso l’eternità, perciò ci chiediamo: Mi salverò? Raggiungerò l’eternità nella felicità o nell’infelicità? Per rispondere a questa domanda dobbiamo vedere da chi dipende la salvezza eterna. Dipende da Dio, ma anche da noi.

  1. La salvezza è opera di Dio Padre

 

Dio Padre ha creato Adamo ed Eva per farli felici su questa terra e nell’altra vita. Li ha sottoposti ad una prova, che essi non hanno superato. Nel mondo è così entrato il peccato, e con il peccato tutte le conseguenze del peccato: la morte, il dolore, la malattia.

Dio Padre si è rivolto al Figlio, che noi chiamiamo Parola i Dio o Verbo e gli ha detto:-  Figlio mio, vedi gli uomini? Se ne andranno tutti all’inferno, si danneranno tutti se noi non interveniamo. Io li voglio salvare.!

Questa è la volontà di Dio: che tutti gli uomini si salvino! Lo ha detto S. Paolo a Timoteo. Questa è la sua volontà e l’ha manifestata al Verbo, come è scritto nel libro del profeta Isaia, dove è riportato il dialogo avvenuto dall’eternità tra il Padre e il Figlio. Al Padre che gli mostra gli uomini che si dannano, il Figlio dice:-  Che cosa vuoi che io faccia?

– Devi scendere sulla terra, devi prendere un corpo come quello degli uomini, devi morire sulla croce, versare tutto il tuo sangue e col tuo sangue pagare il riscatto degli uomini al loro padrone, il demonio, che li tiene schiavi.

– Sì, Padre, eccomi! Voglio fare la tua volontà. Tu non mi hai dato un corpo, ma io lo prenderò nel seno verginale di Maria Santissima.

Dunque, qual è la volontà del Padre nei nostri riguardi? Ci vuole salvare. E sappiamo che quando Dio vuole una cosa la realizza. Dio non sarà contento fino a quando non avrà salvato tutti gli uomini.

  1. La nostra salvezza è opera di Dio Figlio

 

Qual è l’opera del Figlio nell’opera della salvezza? Il Figlio, nella pienezza dei tempi, ha lasciato l’eternità, si è incarnato nel seno della Vergine e ha iniziato il suo calvario. È nato nella grotta a Betlemme, è stato perseguitato, è scappato in Egitto ecc. è inutile che vi racconti tutta la storia di Gesù. Il Figlio ha sempre eseguito la volontà del Padre e a trentatre anni si è fatto catturare e si è fatto ingiustamente condannare dal tribunale religioso del sinedrio e dal tribunale civile di Pilato. È stato condannato a morte, pur essendo il Santo dei Santi. E a Pilato, che gli dice: Tu non rispondi niente? Non lo sai che io ho il potere di condannarti o di salvarti?, risponde:-  Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto, da mio Padre. Io da te sarò condannato ingiustamente a morte, però chi mi ha condannato a morte è mio Padre, e alla volontà del Padre nessuno potrà mai dire no, quindi neppure io dirò di no.

Geù ha preso la croce, è andato al Calvario, ha versato tutto il suo sangue ed è morto. È andato dal demonio, che aveva tutti noi incatenati e ha detto:-  Cosa vuoi per darmi questi figli miei?

-Tu mi devi dare il tuo sangue!

– Eccolo!

Siamo stati rigenerati e riscattati non con l’oro, non con l’argento, dice S. Pietro, ma col sangue preziosissimo di Cristo. Da quel momento si sono rotte le catene che ci tenevano legati al demonio e siamo diventari liberi figli di Dio, destinati ad avere, dice S. Paolo, la stessa eredità del suo Figlio Unigenito, il Paradiso. Dio da questo momento incomincia a chiamarci figli, perché lo siamo e ci dà la stessa eredità del suo Figlio Unigenito. Quindi andremo tutti in Paradiso.

  1. La nostra salvezza è opera dello Spirito Santo

 

Dio ci consegna nelle mani dello Spirito Santo, che è lo Spirito santificatore, Colui che santifica le anime.

Per mezzo dei sacramenti lo Spirito Santo entra in noi e ci santifica. Col santo battesimo, dopo essere stati concepiti ed essere nati col peccato originale, lo Spirito Santo ci purifica ed entra dentro di noi. L’anima nostra diventa Tempio dello Spirito Santo, tabernacolo dello Spirito Santo. Se lungo il corso della nostra vita abbiamo peccato, ecco il sacramento delle penitenza col quale ritorniamo dal Cristo, rappresentato dal sacerdote, ci mettiamo in ginocchio e diciamo: Signore, ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono degno di essere chiamato tuo figlio, ma perdonami e mettimi alla stregua dei tuoi servi!

– Figlio mio, vieni e riprendi il tuo posto!

È questa la risposta del Padre e del Cristo. Allora lo Spirito Santo di nuovo ci santifica e ritorna dentro di noi.

La nostra salvezza da parte di Dio è certa. Infatti dice S Paolo: Chi ci può condannare? Il Padre che ha mandato il suo Figlio per salvarci? No!

Ci può condannare lo Spirito Santo, che compie in ogni istante l’opera della santificazione dell’anima nostra? No! E se non ci condannna il Padre, non ci condanna il Figlio e non ci condanna lo Spirito Santo, chi ci può condannare? Nessuno! S. Paolo poi dice: Grazie, Signore, perché hai compiuto grandi cose nell’anima mia!

Quindi per quanto riguarda l’azione di Dio Padre, di Dio Figlio e di Dio Spirito Santo, mi salverò? Sì, mi salverò!

II.   la salvezza è frutto della collaborazione dell’uomo

 

Io mi salverò? Se voglio mi salverò, se non voglio non mi salverò. Ecco la risposta!

– Che cosa devo fare per entrare nella vita eterna, cioè per salvarmi? fu la domanda del giovane ricco e quindi ciascuno di noi oggi fa al Cristo.

– Osserva i dieci comandamenti.

– Ma io li osservo.

Gesù allora lo guardò e gli disse:-  Se vuoi essere più perfetto, va’, vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi. Il giovane abbassò la testa e se ne andò triste, e quindi disse di no.

Se l’uomo vuole, Dio lo salva, altrimenti non lo salva, perché Dio opera salvaguardando la libertà dell’uomo, non lo costringerà mai a fare quello che Lui vuole che faccia. Vuole sempre dall’uomo un libero atto di amore.

Dio ci ha amati e noi lo dobbiamo amare, ma se dall’amore togliete la libertà, si chiama costrizione, non amore. L’amore è sempre libero. Se io che sono monaco di S. Francesco di Paola non volessi stare in questo convento e dovessi stare per forza, non sarei più un frate che ama, ma sarei un carcerato.

Quando la mamma vede il figlio tutto sporco, lo chiama e gli dice:- Vieni, perché la mamma ti deve pulire! Ho preparato l’acqua calda, il sapone, l’asciugamani, ho preparato tutto.

– No, mamma!

– Vieni, perché ti devo lavare!

– No!

Allora la mamma lo prende con la forza e lo lava per pulirlo.

Dio, quando vede l’uomo col peccato, dice:-  Figlio mio, hai peccato? Vieni a lavarti. Va’ da P. Chimienti a confessanti.

– No, non voglio!

Dio può intervenire nella vita dell’uomo e costringerlo a confessarsi? No!

La mamma costringe il figlio a farsi lavare, ma Dio non costringe l’uomo a confesarsi; lo invita, gli fa vedere la bellezza della grazia e la bruttezza del peccato, ma non lo costringe. Dice:-  Se vuoi, ti salverai, se non vuoi non ti salverai.

L’opera della salvezza dell’uomo per il 99,9% è opera di Dio e per lo 0,1% è opera dell’uomo. Lo sforzo che deve fare l’uomo per salvarsi è piccolissimo, ma indispensabile. È come per avere la luce elettrica in casa. Se non schiaccio l’interruttore, anche se l’attacco della luce c’è io starò sempre al buio. L’acqua c’è, la turbina funziona, i pali ci sono, i fili ci sono, le lampadine ci sono, c’è tutto, ma stiamo nelle tenebre.

Tutto ha fatto Dio, noi dobbiamo fare lo sforzo di spingere l’interruttore. Il 99,9% nell’azione della nostra salvezza è opera di Dio, l’uomo deve fare solo questo sforzo: se sta in peccato deve andare da Padre Chimenti e dire:-  Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, ho fatto questo, questo e questo. E io dirò:-  Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Così si ritorna nella luce. Siete disposti a fare questo sforzo? Se sì, vi salverete; se non siete disposti a farlo, non vi salverete.

Sul Calvario ci sono tre croci, al centro c’è Gesù che muore per redimere gli uomini e salvarli, ai lati ci sono due ladroni. Uno dice a Gesù:-  Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno.

– Oggi stesso, sarai con me in Paradiso. Gesù non gli ha detto: Dopo che hai fatto questo, questo e questo, non ti vergogni di venire a chiedermi perdono? Adesso ti sei ricordato? A sessant’anni? E in tutta la tua vita che cosa hai fatto? Gesù non ha agito così, ma lo ha perdonato.

Gesù ci ha detto che il Padre attende da lontano il figlio perduto e non appena dimostra un cenno di conversione, lascia la casa, gli va incontro, lo abbraccia anche se è tutto sporco, lo bacia, chiama i servitori e dice:-  Cambiategli i vestiti, mettetegli i calzari, fate festa, uccidete il vitello grasso, chiamate l’orchestra, suonate, cantate, ballate, perchè questo mio figlio era morto ed è risuscitato, era perduto ed è stato ritrovato. Non gli ha rivolto nemmeno un rimprovero, non gli ha detto nemmeno una parola, ma lo ha riempito di abbracci, di baci, di carezze, così come avrebbe fatto con il figlio più grande, che è stato sempre con lui.

L’altro ladrone, che stava sulla croce e che non chiamiamo cattivo ladrone, non ha voluto fare lo sforzo di dire:-  Signore, ricordati di me! Non l’ha voluto dire e non si è salvato. Ha bestemmiato dicendo:-  Se tu sei il Figlio di Dio – quindi ha messo in dubbio la divinità del Cristo – libera te stesso e libera me!

– Figlio mio, non hai capito niente, noi viviamo questa vita per vivere l’altra vita. Perché la rivuoi, forse per andare a rubare un’altra volta?

Se questo ladrone non ha voluto fare lo sforzo di accendere la luce, spingendo col dito l’interruttore, che colpa ha Dio?

La salvezza è il frutto dell’azione di Dio e della collaborazione dell’uomo all’opera di Dio. Se l’uomo si salva è perché ha detto sì al suo Dio, ma se dice di no, non si danna per colpa di Dio, ma per colpa sua, e dà a Dio il più grande dispiacere.

 iii.   due raccomandazioni e un avvertimento di Gesù

 

  1. La prima raccomandazione di Gesù è questa:

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori comincerete a bussare alla porta dicendo: Signore, aprici. Ma egli risponderà: Non vi conoscoi, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto alla tua presenza (cioè abbiamo fatto la Comunione) e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori di iniquità! Là sarà pianto e stridore di denti” (Lc 13, 24-28).

La prima raccomandazione del Signore è questa: Figli miei, impegnatevi a diventare santi, sforzatevi di entrare per la porta stretta; tante volte busserete, tante volte tenterete di entrare finchè ci riuscirete, ma non abbandonate questo sforzo!

Il Signore non dice che in cielo andremo in carrozza e che farà tutto Lui. Ha fatto tutto Lui, ma lo sforzo di osservare la legge di Dio lo dobbiamo fare noi.

Sarà inutile dire:-  Ma io ho fatto la processione del Corpus Domini, di S. Ciro, della Madonna, di S. Francesco di Paola, ho fatto tante comunioni, ho ascoltato tante prediche. Egli risponderà:-  Non vi conosco, operatori di iniquità! Se avete fatto il male, la porta si chiude e non si aprirà mai più.

  1. La seconda raccomandazione di Gesù è questa:

 

“Lungo la strada procura di accordarti col tuo avversario”

“Quando vai col tuo avvversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finchè non avrai pagato fino all’ultimo centesimo” (Lc 12, 58-59). Parole tremende! L’espressione “lungo la strada” significa: “lungo la vita”. Oggi, che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo metterci d’accordo, se abbiamo peccato, col nostro nemico. Chi è il nemico di colui che ha peccato? È Dio. Perché ci dobbiamo mettere d’accordo? Perché lungo la strada, il tuo nemico, Dio, non ti presenti al giudice, che è Gesù Cristo, al quale ha dato ogni potere in cielo e in terra.

Oggi abbiamo letto che Gesù verrà sulle nubi e giudicherà i vivi e i morti. A quelli che avranno fatto il bene dirà:-  Venite, benedetti dal Padre mio, nel mio regno. A quelli che hanno fatto il male Gesù dirà:-  Via da me, maledetti, nel fuoco eterno!

Gesù è il giudice. Quando noi morremo ci presenteremo dinanzi al Cristo. Egli sarà giusto giudice perché con la morte finisce la misericordia. Se abbiamo fatto il male, ci sarà il castigo; se abbiamo fatto il bene, ci sarà il premio. Non pensate che Gesù faccia come i nostri professori, che se non studiamo ci promuovono ugualmente. No, il Cristo non agisce così. Se avremo fatto il male, ci consegnerà agli esecutori della condanna, agli angeli, che ci getteranno nel fuoco eterno e lì rimarremo fino a quando non avremo pagato fino all’ultimo spicciolo. Se andremo all’inferno, l’ultimo spicciolo non finirà mai; se andremo in Purgatorio passeranno duecento, trecento, quattrocento anni, fin quando l’ultimo spicciolo sarà pagato. La giustizia divina richiede che non sia perdonato nemmeno un pensiero inutile.

  1. Un avvertimento

 

Dice Gesù: “Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”(Lc 13, 3).

Se non vi convertirete, perirete come i galilei nel tempio o come quei diciotto sui quali rovinò la torre di Siloe. E poi aggiunge:-  Figlio mio, se non ti vuoi convertire, io pazientirò per un po’ di tempo, ma poi dirò: tagliatelo. Perché deve sfruttare il terreno? È quello che Gesù ha voluto dire con la parabola del fico infruttuoso.

Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiuolo: Ecco sono tre anni (lui adesso dirà a me: Sono sessantuno anni, a voi venti, trenta, quaranta o settant’anni) che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo, perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose:-  Padrone, lascialo ancora questo anno, finchè io gli zappi intorno e vi metta il concime. Vedremo se porterà frutto per l’avvenire, se no lo taglierai” (Lc 13, 6-9).

Il contadino sarei io, che dico al Signore: Abbi pazienza, devo fare altri sette ritiri, mi seguiranno, mi ascolteranno. Se non si sono convertiti a novembre si convertiranno a dicembre, a gennaio, a marzo!

         conclusione

 

  1. Chi vuole salvarsi deve farlo oggi, non deve rimandare a domani, perché chi rimanda non fa niente.

 

Il Signore vuole i fatti, non le parole. È quello che ci ha insegnato con la parabola dei due figli a cui il padre disse di andare a lavorare nella vigna. Il primo disse di sì, ma non andò; il secondo disse di no, poi ci ripensò e andò.

Chi vuole salvarsi deve pensare oggi a salvarsi; deve dire di sì e fare di sì. Ma se voi dite: Che bella predica, come è stato bravo il predicatore! Poi a Messa non andavate e continuate a non andarci, non pregavate per mezz’ora al giorno e continuate a non pregare, non ubbidivate e continuate a non obbedire, dicevate bugie, rubavate e continuate a fare così, vuol dire che non vi volete salvare.

Se vuoi salvarti, devi osservare da oggi i dieci comandamenti, devi frequentare i sacramenti, devi fare il bene e evitare il male, perché come dice la S. Scrittura, come è la vita di oggi, così sarà la tua fine.

Qualcuno dice:- Quando starò per morire, dirò:-  Signore perdonami!

Non hai capito niente. Dice Gesù:-  Stolto, oggi stesso ti chiederò il rendiconto! Non si può rimandare a domani la conversione, o oggi o mai, perché come è la vita di oggi, così sarà la conclusione. Se oggi hai detto: Gesù mio, misericordia!, quando morrai dirai: Gesù mio, misericordia! Se oggi hai detto: Poi mi convertirò, quando starai per morire penserai a chiedere ancora una proroga; non aprirai le braccia per dire: Signore, misericordia!

  1. Chi vuole salvarsi deve pregare ogni giorno il Signore che lo salvi, perché la salvezza è un dono di Dio

 

Bisogna dire:-  Signore, salvami! Signore, ricordati di me, quando sarai in Paradiso. E io aggiungo:-  Chiedete la mediazione della Madonna per mezzo del Rosario. Chi è devoto della Madonna certamente si salverà, perché col Rosario per cinquanta volte diciamo alla Vergine: Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

 

  1. Chi vuole salvarsi deve vivere ogni giorno in grazia di Dio, deve sempre essere preparato, in modo che in nessun momento ci sia una sgradita sorpresa.

 

Disse Gesù: State preparati, perché nell’ora in cui non pensate il Figlio dell’uomo verrà. Che il nostro incontro col Cristo non sia uno scontro, perché il peggio sarà nostro.

Mi salverò? Sì, mi salverò, se vorrò salvarmi!